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"Dobbiamo inventare una nuova saggezza per una nuova era. E nel frattempo, se vogliamo fare qualcosa di buono, dobbiamo apparire eterodossi, problematici, pericolosi e disubbidienti a coloro che ci hanno preceduto".
JOHN MAYNARD KEYNES Essays in persuasion

"Non aver paura che la vita possa finire. Abbi invece paura che non possa cominciare mai davvero".
JOHN HENRY NEWMAN

mercoledì 21 novembre 2012

L'importanza dell'errore - seconda parte


Quale può essere stato uno dei tanti possibili terreni infantili su cui si è alimentata la pianta del perfezionismo destinata a ritorcersi contro di noi? Paradossalmente è stato spesso il suo contrario, cioè il sentirsi inadeguati, incapaci di fare le cose, senza alcuna consapevolezza delle nostre stesse risorse e con una fiducia scarsissima in noi.
E' soltanto il sentirsi profondamente svalutato e privo di valore che porta poi a cercare il valore in un'immagine ideale eccezionale, possibilmente perfetta. Ed ecco allora che questa immagine esterna così forte, potente, invulnerabile, invincibile, viene interiorizzata e diventa la guida e il motore che ci conduce, rischiando di travolgere noi e chi ci sta vicino. Perchè è un'immagine falsa, priva di vita, morta, in quanto nega proprio fra le altre cose anche l'importanza dell'errore, che è l'esperienza fondamentale della vita nell'imparare.
Dovremmo proprio ricordarcene quando ci troviamo davanti ai tentativi e agli errori non solo dei bambini, ma anche di noi adulti. Noi siamo sempre gli stessi e mai gli stessi, non fosse altro che  per la nostra semplice età che scorre inesorabilmente senza chiedercene il permesso: ecco perchè è importante che si coltivi la capacità di imparare sin da piccoli.
E pazienza se i compiti sono sbagliati o se le ricerche non sono perfette: la loro correzione e' un problema della scuola, non dei genitori. L'oppressione sugli errori non e' necessariamente autoritaria, può anche essere semplicemente lo stare sempre accanto a un bambino per volerlo aiutare a fare sempre meglio. Il risultato a volte per lui può essere che interiorizzi il concetto che esiste sempre un meglio (e questa può anche sembrare una buona spinta per lui), ma anche che questo meglio e' quasi sempre fuori di lui, nelle mani di un altro: genitore, insegnante e così via. 
E per scoprire che il "suo" meglio (che certamente esiste, anche se non e' detto che debba essere necessariamente il meglio di tutti) deve salire la scala che comprende anche i tentativi e gli errori, ecco che per paura di sbagliare ci rinuncia in partenza e si blocca, rinunciando pero' anche a scoprire le sue stesse risorse distribuite lungo quella scala.


Parole di Alba Marcoli tratte da "Il bambino perduto e ritrovato", 1999, Milano, Mondadori

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