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"Dobbiamo inventare una nuova saggezza per una nuova era. E nel frattempo, se vogliamo fare qualcosa di buono, dobbiamo apparire eterodossi, problematici, pericolosi e disubbidienti a coloro che ci hanno preceduto".
JOHN MAYNARD KEYNES Essays in persuasion

"Non aver paura che la vita possa finire. Abbi invece paura che non possa cominciare mai davvero".
JOHN HENRY NEWMAN

mercoledì 3 aprile 2013

Educare è un'impresa congiunta

Se i genitori non hanno confrontato tra di loro gli obiettivi e i mezzi dell'educazione da impartire rischiano una continua diatriba: accade che l'uno sgridi e punisca il figlio e che l'altro si prodighi per esautorare il coniuge e rendere così inefficace il suo intervento.

Mentre la madre obbliga severamente Mario a riordinare la stanza, il padre entra e ridendo esclama: "Proprio tu, che sei la donna più disordinata che io conosca!". Oppure il padre sta allenando il ragazzo per un torneo di calcio, quando la madre si intromette: "Non stancarlo con queste sciocchezze che deve ancora fare i compiti!". Sono discrepanze solo apparentemente casuali che rivelano però un disaccordo di fondo.

Quale importanza attribuire all'ordine, alla pulizia, alla proprietà, al denaro, al cibo, al gioco, alle convenienze, alla competizione, all'amicizia, alla coerenza, alla sincerità, all'obbedienza non può essere deciso di volta in volta. Occorre condividere una visione di massima, un ordine di priorità, uno stile di rapporto. Sulla singola situazione le differenze sono sempre possibili, ma è meglio non intervenire direttamente di fronte al ragazzo; si potrà sempre discuterne in un secondo momento. I figli sono infatti abilissimi a dividere i genitori, a porli in contraddizione tra di loro, a giocarli l'uno contro l'altro.

Parole di Silvia Vegetti Finzi tratte da "Il romanzo della famiglia", 1992, Mondadori, Milano

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