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"Dobbiamo inventare una nuova saggezza per una nuova era. E nel frattempo, se vogliamo fare qualcosa di buono, dobbiamo apparire eterodossi, problematici, pericolosi e disubbidienti a coloro che ci hanno preceduto".
JOHN MAYNARD KEYNES Essays in persuasion

"Non aver paura che la vita possa finire. Abbi invece paura che non possa cominciare mai davvero".
JOHN HENRY NEWMAN

domenica 25 novembre 2012

Città, legami e futuro

E che dire del rapporto che esiste fra la città e la persona umana?
Non è forse vero che la città è il domicilio organico della persona?
Non è forse vero che la persona umana si radica nella città, come l'albero nel suolo?
Essa si radica negli elementi essenziali della città: e cioè, nel tempio, nella casa, nella officina, nella scuola, nell'ospedale.
Non solo: proprio per questa relazione vitale e permanente fra la città e l'uomo, la città è lo strumento appropriato per superare tutte le possibili crisi cui la storia e la civiltà vanno sottoposte.
La crisi del tempo nostro può essere definita come sradicamento della persona dal contesto organico della città.
Tutto ciò l'ho detto per porre la questione fondamentale. E la questione è: quale è il diritto che le generazioni presenti possiedono sulle città da esse ricevute dalle generazioni passate?
La risposta non può essere che questa: è un diritto di usare, migliorandolo e non distruggendolo o dilapidandolo, un patrimonio visibile ed invisibile, reale e ideale, ad esse consegnato dalle generazioni passate e destinato a essere trasmesso - accresciuto e migliorato - alle generazioni future.
Le città non sono cose neutre di cui si possa disporre a nostro piacimento: sono cose altrui, delle generazioni venture: delle quali nessuno può violare il diritto e l'attesa.

Parole di Giorgio La Pira tratte da "Le città sono vive", 1957, Brescia, Editrice La Scuola

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