Si rifugge dall'errore come da qualcosa che possa mandare all'aria la nostra stessa autostima: ben fragile, se non si può permettere di includere l'errore nelle esperienze di vita. A volte si rinuncia a tentare le esperienze per paura di sbagliare. Ci sono bambini o ragazzi che piuttosto di correre il rischio di sbagliare si bloccano davanti alle prove e rinunciano in partenza a sperimentare e a educare le risorse che anche loro hanno, a tanti livelli diversi, come ognuno di noi.
Persino molti ritardi o abbandoni a livello universitario possono avere alle spalle, fra i tanti possibili, anche questo problema. Eppure, quando queste cose succedono, in genere non piovono dal cielo e difficilmente avvengono per caso. Sono preparate nella quotidianità del giorno dopo giorno nell'ambiente in cui un bambino cresce: c'è chi ne risente di meno, c'è chi ne risente tanto da condizionarne tutta la vita.
Cercare di evitare a un bambino gli errori sarebbe come impedirgli di imparare a vivere.
Tutto quello che noi abbiamo imparato è stato acquisito per tentativi ed errori.
Se l'errore è lo scalino fondamentale e necessario da cui inizia una scala altrettanto importante, perchè noi adulti ne abbiamo spesso così paura? Perchè chiediamo ai bambini o ai ragazzi di saltare il primo scalino, quello più alto e fondamentale, e di iniziare a salire dal secondo, anche quando le loro gambe non sono abbastanza lunghe per farlo? Può essere che quando chiediamo queste cose in realtà, fra le tante possibili situazioni, a volte riproduciamo anche qualcosa che facciamo spesso noi adulti nei nostri stessi confronti, in quanto non ci permettiamo o non ci perdoniamo gli errori e siamo sempre alla ricerca della perfezione? E che qualche volta sull'altare di questo perfezionismo nell'organizzazione della nostra vita quotidiana sacrifichiamo invece cose ben più importanti anche se meno visibili, come il tempo e la qualità delle relazioni, dell'ascolto, del silenzio e della riflessione, la curiosità e l'interesse per tutto ciò che è diverso da noi e può allargare i nostri orizzonti e il nostro modo di vedere le cose, ecc.? Quando nella scelta delle nostre strategie di vita includiamo quindi anche quella del perfezionismo e del volere che tutta la realtà esterna corrisponda il più possibile a una nostra immagine interna e alle sue esigenze, ecco che inevitabilmente arriviamo su un terreno minato che prima o poi danneggerà noi e i bambini che ci sono vicini. E tuttavia è anche vero che se siamo arrivati a questa scelta abbiamo avuto i nostri validi motivi, non l'abbiamo di certo fatto nè per capriccio nè per partito preso, ma ci siamo stati condotti da circostanze di vita.
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