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JOHN MAYNARD KEYNES Essays in persuasion

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JOHN HENRY NEWMAN

martedì 18 dicembre 2012

Genitori-figli: educare o piacere?


I genitori devono sapere che, qualunque cosa facciano, agli occhi del bambino avranno sempre torto, anche se faranno del loro meglio. Prima o poi anche i genitori più affettuosi saranno responsabili di una sofferenza del bambino. Se, a quel punto il bambino dichiara: “Non ti voglio bene”, si risponda: “Non ha nessuna importanza, non sei nato per volermi bene”. Sei, sette anni, è già tardi per criticare i genitori. I genitori devono ascoltare con attenzione le critiche dei figli anche se ciò non deve, in molti casi, modificare il loro comportamento, perché devono educare i propri figli, non piacere loro. I bambini che crescendo continuano a voler sempre compiacere i genitori, che ritengono che i genitori abbiano sempre ragione e siano sempre giusti, sono bambini in cattiva salute. Più si può esprimere ostilità verso i genitori, mescolata o alternata con l’affetto, migliore è la salute morale di un bambino. Significa che il rapporto del bambino si è liberato dai legami incestuosi e di dipendenza totale. E’ così che ogni bambino comincia ad avere la propria autonomia.


Parole di Françoise Dolto tratte da “I problemi dei bambini” (1994) 1996, Milano, Mondadori

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