I genitori devono sapere che,
qualunque cosa facciano, agli occhi del bambino avranno sempre torto, anche se
faranno del loro meglio. Prima o poi anche i genitori più affettuosi saranno responsabili di una sofferenza del bambino. Se, a quel punto il bambino dichiara: “Non ti
voglio bene”, si risponda: “Non ha nessuna importanza, non sei nato per volermi
bene”. Sei, sette anni, è già tardi per criticare i genitori. I genitori devono
ascoltare con attenzione le critiche dei figli anche se ciò non deve, in molti
casi, modificare il loro comportamento, perché devono educare i propri figli,
non piacere loro. I bambini che crescendo continuano a voler sempre compiacere i
genitori, che ritengono che i genitori abbiano sempre ragione e siano sempre
giusti, sono bambini in cattiva salute. Più si può esprimere ostilità verso i
genitori, mescolata o alternata con l’affetto, migliore è la salute morale di
un bambino. Significa che il rapporto del bambino si è liberato dai legami
incestuosi e di dipendenza totale. E’ così che ogni bambino comincia ad avere
la propria autonomia.
Parole di Françoise Dolto tratte da “I problemi dei bambini”
(1994) 1996, Milano, Mondadori
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