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"Dobbiamo inventare una nuova saggezza per una nuova era. E nel frattempo, se vogliamo fare qualcosa di buono, dobbiamo apparire eterodossi, problematici, pericolosi e disubbidienti a coloro che ci hanno preceduto".
JOHN MAYNARD KEYNES Essays in persuasion

"Non aver paura che la vita possa finire. Abbi invece paura che non possa cominciare mai davvero".
JOHN HENRY NEWMAN

mercoledì 10 aprile 2013

Esistono ancora gli adulti?

Cosa sta accadendo? Se l'adulto è qualcuno che prova ad assumersi le conseguenze dei suoi atti e delle sue parole, non possiamo che constatare un forte declino della sua presenza nella nostra società. Gli adulti sembrano essersi persi nello stesso mare in cui si perdono i loro figli, senza più alcuna distinzione generazionale; rincorrono facili amicizie sui social network, si vestono allo stesso modo dei figli, giocano coi loro giochi, parlano lo stesso linguaggio, hanno gli stessi ideali. Questo nuovo ritratto dell'adulto esalta il mito immortale di Peter Pan, il mito della giovinezza perenne, la retorica di un culto dell'immaturità che propone una felicità spensierata e priva di responsabilità.

La domanda di molti nostri giovani ed è una domanda che insiste e che ci mette con le spalle al muro: esistete ancora? Esistono ancora degli adulti? Esiste ancora qualcuno che sappia assumersi responsabilmente il peso della propria parole e dei propri atti? Al centro non è più il conflitto edipico tra le generazioni, ma la solitudine di una generazione che si sente lasciata cadere, abbandonata, che cerca il confronto con il mondo degli adulti ma non lo trova, che fa fatica a trovare degli adulti coi quali misurare il proprio progetto di mondo.

L'adulto non è tenuto a incarnare nessun modello di perfezione, nessun ideale normativo. Anzi tra i suoi esemplari peggiori dobbiamo proprio catalogare quelli che si offrono come modelli ideali agli occhi dei giovani. A un adulto non si deve chiedere di rappresentare l'ideale di una vita cosiddetta morale, né tantomeno, di una vita compiuta, ma di dare peso alla propria parola, il che significa innanzitutto provare ad assumere tutte le conseguenze dei suoi atti. Un adulto non è tenuto a incarnare nessun ideale di perfezione, ma è tenuto a dare un peso simbolico alla propria parola.

Il problema è diventato quello dell'assenza di cura che gli adulti manifestano verso le nuove generazioni. In gioco è lo sfaldamento di ogni discorso educativo



Parole di Massimo Recalcati, tratte da "Il complesso di Telemaco", Feltrinelli, 2013

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